Telesio e Campanella

Telesio

Nella civiltà rinascimentale comincia anche un nuovo modo di vedere la natura, che comincia ad essere esplorata con gli occhi dello scienziato per osservarla, analizzarla, formulare ipotesi e spiegazioni. Tale processo comincia con l'opera del pensatore calabrese Bernardino Telesio intitolata "La natura secondo i propri principi". In questa sua opera Telesio spiega come l'uomo non debba applicare degli schemi priori alla natura ma debba scoprire le leggi che la caratterizzano. 
Per Telesio queste leggi si dividono in due forze principali:
- il caldo, forza dilatante e principio di movimento
- il freddo, forza condensante e principio di immobilità,
ed entrambe vengono applicate alla cosiddetta materia, un sostrato fisico inerente. Secondo Telesio le forze e la materia non possono mai essere separate. Da questa unione nasce quindi la sostanza con un carattere dinamico, basata sulla generazione, trasformazione e rigenerazione. 
Telesio oltretutto accusa i filosofi e scienziati di non aver avuto l'umiltà di osservare come le cose fossero effettivamente, applicando alla natura delle leggi o caratteristiche a loro piacimento, creandosi così un mondo a loro arbitrio. 
Un'ulteriore analisi condotta da Telesio è l'idea della connessione tra magia e indagine naturalistica. Sostiene che ogni oggetto materiale abbia una forma di sensibilità, ovvero può percepire una modificazione nel momento in cui viene a contatto con un altro corpo, evidenziando quindi che non esiste una differenza tra organico e inorganico essendo tutti gli oggetti in grado di sentire e percepire. Tale visione viene denominata panpsichismo (ogni cosa è dotata di anima) e ilozoismo (tutta la materia è animata). Questi concetti vengono collegati dal filosofo alla magia rinascimentale, affermando l'analogia tra la natura e l'uomo. 


Campanella

Al pensiero di Telesio si ispira poi Tommaso Campanella, un frate domenicano accusato di eresia, processato per poi trascorrere gran parte della sua vita in carcere. Il filosofo evidenzia la rivalutazione culturale e pedagogica della natura e spiega e sostiene di aver appreso di più osservando un filo di erba o una formica rispetto a ciò che avrebbe potuto apprendere da un libro. Campanella arriva a sostenere l'universale animazione di tutte le cose del mondo reinterpretando le idee di Telesio sulla magia e metafisica. Al centro del suo metodo ideale di ricerca troviamo l'esperienza sensibile: sostiene che a differenza della ragione i sensi non abbiano bisogno di prove per garantire una conoscenza certa.

L'opera più nota di Campanella è "La città del sole", un genere letterario che appartiene all'utopia. Nel suo testo Campanella propone un modello ideale di società che sosteneva di poter creare. Il testo è scritto in forma di dialogo tra due protagonisti, ovvero un nobile e un navigatore genovese. Il navigatore racconta al nobile di una città da lui visitata, una città nella quale la famiglia era abolita, la proprietà privata, la schiavitù aborrite e il lavoro era considerato un grande valore. La società sarebbe comandata da un sommo sacerdote di nome Sol con tre ministri:
- Pon per il controllo dell'attività bellica
- Sir per le scienze e le arti
- Mor per la salute e riproduzione,
rispecchiando quindi i tre grandi principi fondamentali (potenza, sapienza e amore). Infine racconta la necessità di un'istruzione basata sull'osservazione diretta delle cose e il bisogno di sradicare dal mondo l'ignoranza che Campanella vedeva come la fonte di tutti i mali. 

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